Appalti: nelle procedure negoziate non è prevista una fase di prequalifica
Il Consiglio di Stato enuncia il seguente principio:
Le gare d’appalto, come del resto i provvedimenti amministrativi, sono quelle tipiche; non esistono gare che non siano definite dal Codice e, prima ancora, dalle Direttive. Nelle procedure negoziate non è prevista una fase di prequalifica che, invece, è prevista per le procedure ristrette. Il fatto che le stazioni appaltanti approntino elenchi, pubblichino manifestazioni di interesse, indicano indagini di mercato, procedano a sorteggi ove consentito, non muta la natura della procedura esperita; tutte queste fasi, antecedenti agli inviti, sono volte a reperire soggetti da invitare alla procedura negoziata e non hanno la funzione di prequalifica che è propria delle procedure ristrette. L’art. 67, comma 7, del Codice dei contratti pubblici, nel disporre che possono essere oggetto di avvalimento solo i requisiti maturati dallo stesso consorzio, non limita affatto l’avvalimento ai soli requisiti maturati dal consorzio “in proprio”, ma vieta la diversa ipotesi della spendita plurima dei requisiti. La disciplina dell’avvalimento contenuta nel Codice del 2023 è espressione di un cambio di impostazione netto rispetto a quella contenuta nell’art. 89 del Codice del 2016. Essa non è più incentrata sul mero prestito dei requisiti, ma sullo stesso contratto di avvalimento.
(Consiglio di Stato, sez. V, sentenza 17 gennaio 2025 n. 367)
Suprema corte di cassazione con sentenza 20352/2024
La Suprema Corte di Cassazione con sentenza n. 20352/2024 ha pronunciato un'interessante sentenza inerente al rapporto tra il delitto di maltrattamenti in famiglia e quello di atti persecutori aggravato da relazione affettiva. La Cassazione ha chiarito la sottile demarcazione tra i due reati: si configurano i maltrattamenti se tra i soggetti, pur non conviventi, permane un vincolo assimilabile a quello familiare.
Cassazione civile sez. I, 20/01/2025, n.1324 - Accordi a latere di separazione e divorzio, interpretazione secondo criteri contrattuali ordinari da parte del giudice di merito
“La risoluzione dei contrasti interpretativi, tra una pattuizione «a latere» ed il contenuto di una separazione omologata o sentenza di divorzio, spetta al giudice di merito ordinario, il quale dovrà fare ricorso ai criteri dettati dagli artt. 1362 s.s. c.c. in tema di interpretazione dei contratti; ciò in relazione alla natura di contratti estranei all'oggetto del giudizio di divorzio, il che ne evidenzia la natura di contratti, impugnabili secondo le regole ordinarie.”
Fonte:Diritto & Giustizia 2025, 21 gennaio (nota di: Alice Di Lallo)
Con la sentenza n. 1324 del 20.01.25 la Prima sezione della Corte di Cassazione è tornata a discutere di tutte le obbligazioni accessorie rispetto agli accordi c.d. separativi ribadendo che l'accordo transattivo relativo alle attribuzioni patrimoniali, concluso tra le parti ai margini di un giudizio di separazione o di divorzio, ha natura negoziale e produce effetti senza necessità di essere sottoposto neppure al giudice per l'omologazione (Cass. 24621/2015). Del pari, la soluzione dei contrasti interpretativi, tra una pattuizione «a latere» ed il contenuto di una separazione omologata o sentenza di divorzio, spetta al Giudice di merito ordinario, il quale dovrà fare ricorso ai criteri dettati dagli artt. 1362 s.s. c.c. in tema di interpretazione dei contratti, ciò in relazione alla natura di contratti estranei all'oggetto del giudizio di divorzio (status, assegno di mantenimento per il coniuge o per i figli, casa coniugale) ‒ seppure aventi causa nella crisi coniugale ‒, il che ne evidenzia la natura di contratti, impugnabili secondo le regole ordinarie. E quanto sopra vale anche per le coppie non sposate.
Infertilità malattia professionale da esposizione a sostanze chimiche reprotossiche.
Con il recente Decreto Legislativo 4 settembre 2024, n°135, pubblicato dalla Gazzetta Ufficiale il 26 settembre 2024, è stata recepita nel nostro Paese la Direttiva UE 2022/431 del 9 marzo 2022 che modifica la Direttiva 2004/37/CE sulla protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da esposizione ad agenti cancerogeni o mutageni durante il lavoro e che ne estende l’ambito di applicazione alle sostanze reprotossiche, ovvero a tutte quelle sostanze che interferiscono con la riproduzione provocando infertilità, aborti spontanei e malformazioni al feto.
Il Decreto impone ai datori di lavoro nuovi obblighi e responsabilità e come già accade per l’esposizione occupazionale ad agenti cancerogeni e mutageni, ne è prevista la sorveglianza sanitaria per i lavoratori.
In ambito giuridico, premessa la difficoltà nello stabilire un nesso causale tra l’esposizione a fattori di rischio sul luogo di lavoro e l’insorgenza di patologie che possono avere effetto sulla funzione
sessuale e sulla fertilità di uomini e donne in età adulta, nonché sullo sviluppo della progenie, ci si domanda se tali patologie saranno gestite similmente ai tumori professionali.
Indubbiamente la Dir. UE 2022/431 prevedendo un significativo aumento delle tutele in tema di esposizione a sostanze pericolose, rappresenta un importante traguardo nella protezione della salute dei lavoratori nell’unione europea, aprendo in tal modo nuovi orizzonti ad ulteriori possibili scenari di tutela legale.
Vendita di immobile con abusi edilizi taciuti: il compratore ha diritto al risarcimento?
L’eliminazione degli abusi non riporta il bene al valore originariamente convenuto: il compratore ha diritto al rimborso spese e all’importo pari alla diminuzione di valore.
La Corte di Cassazione, Sezione III, con l’ordinanza 7 novembre 2024, n. 28765 esclude che possa esservi una duplicazione risarcitoria. Infatti, le spese sostenute dall’acquirente per eliminare gli abusi non possono compensare la riduzione di valore dell’immobile. Gli esborsi effettuati servono solo a rimuovere i manufatti abusivi il cui valore, invece, è stato considerato dalle parti nella determinazione del prezzo in origine convenuto. Ma la loro eliminazione non riporta il bene al valore originariamente stabilito tra i contraenti che, anzi, rimane deprezzato. Ecco spiegata la ragione della cumulabilità del rimborso per la rimozione dei vizi e gli importi riconosciuti a titolo di riduzione del prezzo.
Richiesta di rateizzazione delle cartelle pagamento: atto interruttivo della prescrizione?
La Corte di Cassazione con l’ordinanza n. 27504 del 23 ottobre 2024 ha nuovamente chiarito che la richiesta di rateizzazione presuppone la conoscenza da parte del contribuente delle cartelle di pagamento relative alle somme che ne costituiscono l’oggetto, sicché la richiesta è da considerarsi atto interruttivo della prescrizione e preclude, di regola, al contribuente la possibilità di eccepire la mancata conoscenza di esse e degli atti impositivi presupposti.
L’istanza di rateizzazione del debito tributario oggetto di cartelle esattoriali, pur non costituendo acquiescenza da parte del contribuente in ordine all’an della pretesa, integra un riconoscimento del debito tale da interrompere la prescrizione ex art. 2944 cod. civ. ed è totalmente incompatibile con l’allegazione del contribuente di non avere ricevuto la notificazione delle cartelle di pagamento (così, tra le tante, Cass., Sez. 5, 18 giugno 2018, n. 16098; Cass., Sez. 5, 3 dicembre 2020, n. 27672; Cass., Sez. 5, 2 maggio 2023, n. 11338), in quanto il contribuente formula la sua richiesta di pagamento rateale proprio in relazione ad atti impositivi presupposti, che non può, quindi, negare di conoscere”.
Cassazione civile sez. II, 16/01/2024, n.1615 - Immobili acquistati all'asta e diritto di comproprietà sul cortile condominiale a seguito del frazionamento dell'edificio
In caso di frazionamento della proprietà di un edificio comune in distinte unità immobiliari, a seguito dell'attribuzione in sede di esecuzione forzata, si determina una situazione di condominio perla quale vige la presunzione legale "pro indiviso" di quelle parti del fabbricato che, per ubicazione e struttura, siano - in tale momento costitutivo del condominio - funzionali all'uso comune.
L’influencer è un (nuovo) agente di commercio
L'attività dell'influencer si deve ricondurre a quella dell'agente di commercio ex art.1742 c.c., poiché, come nell'influencer marketing, nel contratto di agenzia, la prestazione dell'agente consiste in atti di contenuto vario e non predeterminato che tendono alla promozione della conclusione di contratti in una zona determinata per conto del proponente.
Trib. Roma, sez. lav. - IV, sent., 4 marzo 2024, n. 2615
Tar Campania, Salerno, Sez. I, 19/06/2024, n. 1309 - Appalti pubblici: Istanza di adeguamento dei prezzi, in 30 giorni deve essere fornita risposta!
E’ illegittimo il silenzio serbato dalla stazione appaltante sull’istanza di adeguamento dei prezzi ai sensi dell’articolo 106 comma 1lettera c) del D.lgs 50/2016.
La stazione appaltante doveva provvedere neltermine generale ditrenta giorni, previsto dalla legge 241/1990.
Alla luce della formulazione dell’art.106, comma 1, lettera c, del d.lgs. n. 50/2016 il TAR ha sottolineato come sussista l’obbligo della Pubblica Amministrazione di provvedere sull’istanza di adeguamento dei prezzi, nell’esercizio del potere
previsto dalla medesima disposizione.
Nel caso di specie il Giudice Amministrativo ha rilevato come a fronte della richiesta presentata dall’appaltatore, la Committente non avesse adottato alcun provvedimento, nonostante la scadenza deitermini procedimentali che, in assenza di specifiche indicazioni contenute nella disciplina diriferimento, possono essere quantificati applicando il termine generale ditrenta giorni previsto dall’art. 2, comma 2, della legge n. 241/1990.
Sussiste pertanto il silenzio- inadempimento dell’Amministrazione, alla luce della data di presentazione dell’istanza e della mancata adozione, allo stato, dei conseguenti provvedimenti, essendo ormai decorso il predetto termine.
Corte di Cassazione - Ordinanza 30 gennaio 2024, n. 2761 - Sezione Lavoro
“Illegittimo il licenziamento per violazione dell’orario di lavoro se il dipendente lavora anche da remoto”
Con ordinanza del 30 gennaio 2024, n. 2761, la Sezione Lavoro della Corte di Cassazione ha stabilito che non integra una giusta causa di licenziamento il mancato rispetto dell’orario di lavoro da parte del dipendente che può lavorare anche con flessibilità di orari e da remoto.
Cassazione civile sez. II, 16/01/2024, n.1615 - Immobili acquistati all'asta e diritto di comproprietà sul cortile condominiale a seguito del frazionamento dell'edificio
In caso di frazionamento della proprietà di un edificio comune in distinte unità immobiliari, a seguito dell'attribuzione in sede di esecuzione forzata, si determina una situazione di condominio per la quale vige la presunzione legale "pro indiviso" di quelle parti del fabbricato che, per ubicazione e struttura, siano - in tale momento costitutivo del condominio - funzionali all'uso comune.
Cass. 12 gennaio 2024 n. 1348
"In tema di rimessione in termini, a seguito di errore fatale della "quarta PEC", con la conseguente decadenza processuale, la verifica della tempestività nella formulazione dell' istanza deve avvenire in un tempo ragionevolmente contenuto"
Cassazione civile, sez. unite, 7 Febbraio 2024, N.3452
“La mediazione obbligatoria non è condizione di procedibilità delle domande riconvenzionali proposte nel corso del giudizio”
CASSAZIONE CIVILE: SENTENZA N. 544 DELL'8 GENNAIO 2024: ATTRIBUITA AL GIUDICE ORDINARIO LA DOMANDA RISARCITORIA PER LA MANCA STIPULA DEL CONTRATTO DI APPALTO
Secondo gli ermellini, rileva il petitum sostanziale non solo e non tanto in funzione della concreta pronuncia che si domanda al giudice, ma soprattutto della causa petendi, ossia della natura della posizione dedotta in giudizio ed individuata dal giudice.
Una volta accertato che la domanda si fonda sulla responsabilità precontrattuale dell’aggiudicataria, che aveva omesso di comunicare la perdita di alcune condizioni richieste per la conclusione del contratto, la domanda di risarcimento del danno da responsabilità precontrattuale proposta da una stazione appaltante nei confronti del soggetto affidatario di lavori o servizi pubblici è attribuita alla giurisdizione del Giudice Ordinario
Presupposti per ottenere la revisione dell’assegno di mantenimento – cass. civ., sez. i, ord., 12 marzo 2024, n. 6453.
Nella sentenza in commento la Cassazione ha ritenuto che: “la revisione dell'assegno divorzile di cui all'art. 9 della l. n. 898 del 1970 postula l'accertamento di una sopravvenuta modifica delle condizioni economiche degli ex coniugi idonea a mutare il pregresso assetto patrimoniale realizzato con il precedente provvedimento attributivo dell'assegno, secondo una valutazione comparativa delle condizioni suddette di entrambe le parti. In particolare, in sede di revisione, il giudice non può procedere ad una nuova ed autonoma valutazione dei presupposti o della entità dell'assegno, sulla base di una diversa ponderazione delle condizioni economiche delle parti già compiuta in sede di sentenza divorzile, ma, nel pieno rispetto delle valutazioni espresse al momento della attribuzione dell'emolumento, deve limitarsi a verificare se, ed in che misura, le circostanze, sopravvenute e provate dalle parti, abbiano alterato l'equilibrio così raggiunto e ad adeguare l'importo o lo stesso obbligo della contribuzione alla nuova situazione patrimoniale-reddituale accertata”.
Corte dei Conti - sezione Giurisdizionale Piemonte - Sentenza n.12/2023
Corte dei conti - Sezione giurisdizionale Piemonte - Sentenza n. 12/2023
Nell'ambito di un giudizio di responsabilità amministrativa da danno indiretto per colpa sanitaria, il regime di atto pubblico, che connota la cartella clinica ex art. 2699 c.c., riguarda la trascrizione in essa di tutte le attività espletate nel corso di un intervento o di una terapia, restando eslcuse le valutazioni e le manifestazioni di scienza o di opinione espresse dal personale sanitario, con la conseguenza che la mancanza di un foglio sottoscritto dal sanitario, contenente tali valutazioni non può dar luogo ad assegnazione di termine per la proposizione di querela di falso, configurandosi in tal caso una mera incompletezza della cartella clinica, circostanza di fatto che rimane sottoposta al pridente apprezzamento del giudice.
Sezione.1 -ordinanza n. 10671 del 20/04/2023
In tema di stato e capacità delle persone, la domanda diretta ad ottenere il riconoscimento della trascrizione del provvedimento straniero può essere proposta anche in assenza del rifiuto dell'ufficiale dello stato civile a provvedervi, attesto che l'interesse ad agire sussiste, ai sensi dell'art. 67 l, n. 218 del 1995, tutte le volte in cui ricorra, in concreto, almeno uno dei presupposti di cui al comma 1 di tale norma - e , cioè, la mancata ottemperanza alla sentenza straniera o la contestazione del suo riconoscimento o la necessità di procedere ad esecuzione forzata - e può sopravvenire anche nel corso del giudizio, non essendo necessaria la sua sussistenza al momento della domanda, purchè sia presente al momento della decisione. (Nella specie, la S.C., con riguardo ad una domanda diretta ad ottenere la dichiarazione di efficacia in Italia di una sentenza tedesca di accertamento della paternità, ha confermato la sentenza di accoglimento della corte territoriale, in quanto il ricorrente, costituendosi in giudizio dinanzi alla predetta autorità giudiziaria, aveva espressamente contestato il riconoscimento della pronuncia straniera, così facendo sorgere l'interesse ad agire della parte istante).
Cassazione sezione 3 civile, Ordinanza n. 20140/2023 del 13/07/2023
In materia di responsabilità civile da derivani da circolazione stradale, in caso di investimento di pedone la responsabilità del conducente è esclusa quando risulti provato che non vi era, da parte di quest'ultimo, alcuna possibilità di prevenire l'evento, situazione ricorrente allorchè il pedone abbia tenuto una condotta imprevedibile ed anomala, sicchè l'automobilista si sia trovato nell'oggettiva impossibilità di avvistarlo e comunque di osservarne tempestivamente i movimenti.
Consiglio di Stato – sezione III – Sentenza n. 8422 del 19.09.2023
Quando un padre ha nei confronti del figlio un atteggiamento anaffettivo ed arrogante in occasione di incontri casuali verificatisi nel tempo, negandogli perfino il saluto, allora il cambio del cognome costituisce, per il figlio-richiedente, lo strumento per recidere un legame solo di forma, impostogli per legge, che negli anni ha pesato sulla sua condizione personale, in quanto del tutto estraneo alla sua identità personale. Con tale Sentenza, il Consiglio di Stato respinge il ricorso presentato dal Ministero dell’Interno ritenendo valide le ragioni addotte da una donna che chiedeva l’attribuzione del cognome materno in luogo di quello paterno che le è stato assegnato, ope legis, alla nascita, in quanto non rispondente alla sua identità di figlia. La pronuncia indica una significativa apertura del Consiglio di Stato circa il cambio del cognome per questioni relative alla presenza, o meno, di legami affettivi.
Cassazione Penale sezione III n. 19599/2023 del 10/05/2023
Con la sentenza n. 19599 del 2023, la Corte di Cassazione penale si è pronunciata in tema di consenso e, in particolare, relativamente al confine tra la “mancanza di consenso” e la “manifestazione di dissenso” ai fini della configurazione del reato di violenza sessuale di cui all’art. 609-bis c.p. “Non esiste il “consenso implicito” in assenza di dissenso esplicito. Integra l’elemento oggettivo del reato di violenza sessuale non soltanto la condotta invasiva della sfera della libertà ed integrità sessuale altrui realizzata in presenza di una manifestazione di dissenso della vittima, ma anche quella posta in essere in assenza del consenso, non espresso neppure in forma tacita, della persona offesa, come nel caso in cui la stessa non abbia consapevolezza della materialità degli atti compiuti sulla sua persona”.
T.A.R. Trieste Friuli-Venezia Giulia sezione I, 13 giugno 2023, n. 205
La misura del divieto di contrarre con la pubblica amministrazione disposta – ex art. 45, comma 1, d.lgs. n. 231/2001 - dal Giudice per le indagini preliminari nel corso di un procedimento penale (poi sospesa e revocata) ha natura cautelare e non sanzionatoria e non integra, pertanto, la causa di esclusione di cui all'art. 80, comma 5, lett. f) d.lgs. 50/2016.La conseguenza automaticamente espulsiva dalla gara è correlata, infatti, ad una “sanzione” (art. 9, comma 2, d.lgs. n. 231/2001), che è irrogata solo all'esito del procedimento penale e che presuppone necessariamente l'accertamento della responsabilità dell'ente nella commissione dell'illecito amministrativo dipendente da reato, e il principio di tassatività delle cause di esclusione ne preclude un'interpretazione estensiva.
Cassazione - Sentenza n. 32855 dell' 11/2022
La Corte di Cassazione, con sentenza dell’8 novembre 2022 n. 32855 ha statuito che sono nulli i patti dispositivi fatti dagli eredi anche relativamente alla quota di beni di proprietà del genitore ancora in vita in quanto, pur non costituendo negozi mortis causa non andando ad incidere sulla devoluzione ereditaria, lederebbero la libertà del de cuius. di disporre che la legge riconosce ad ogni persona fino al momento della morte.
Sezione 6 - 3 - Ordinanza n. 33379 del 11/11/2022
In materia di contratti agrari, la "domanda", in relazione alla quale va esperito il tentativo obbligatorio di conciliazione, deve essere intesa nel significato onnicomprensivo di istanza volta al riconoscimento di un diritto o comunque alla tutela di un bene della vita avente scaturigine in un contratto agrario, non assumendo alcuna rilevanza, a tali fini, la sequenza procedimentale attivata (ordinaria o semplificata) o la modalità di proposizione seguita (in via principale o riconvenzionale). (In attuazione del predetto principio, la S.C. ha ritenuto assoggettata al tentativo obbligatorio di conciliazione la domanda riconvenzionale formulata, ai fini del riconoscimento dell'indennità per i miglioramenti apportati al fondo, dal soggetto convenuto in giudizio per l'accertamento della cessazione di un contratto di affitto agrario e la conseguente condanna al rilascio del fondo medesimo).
Reato di cui all'art. 15 D. Lgs. 101/2018
"Risponde del reato di cui all'art. 15 D. Lgs. 101/2018 integrato con la violazione dell'art. 4 Legge n. 300/1970, il datore di lavoro che utilizza impianti di videosorveglianza all'interno dei locali, dai quali deriva anche la possibilità di controllo a distanza dell'attività dei lavoratori, senza l'autorizzazione dell'Ispettorato del lavoro o in difetto di accordo con le rappresentanze sindacali legittimate" (Cass. 16 novembre 2023 n. 46188 - penale)
Cassazione civile, sezione III, Sentenza del 20/02/2023, n. 5271
In tema di “vacanza rovinata”, l’art. 44 del d.lgs. n. 79 del 2011 va interpretato nel senso che tra i pregiudizi risarcibili è compreso anche il danno di natura non patrimoniale ex art. 2059 c.c. – categoria che include la lesione di interessi inerenti alla persona -, con la conseguenza che al relativo diritto risarcitorio è applicabile il termine di prescrizione triennale e non quello annuale di cui all’art. 45, comma 3, del d.lgs. per i “danni diversi da quelli alla persona”.
T.A.R. Roma Lazio sezione II, 21 novembre 2023, n. 17322
L'avvio del procedimento finalizzato all'iscrizione nel casellario informatico dell'ANAC non costituisce automatica causa di esclusione dalla gara, necessitando a tal fine una specifica valutazione della stazione appaltante.
Il TAR Lazio ha infatti ricordato innanzitutto che tale annotazione non comporta l'automatica esclusione dalle gare pubbliche.
Nello specifico, il Giudice amministrativo, richiamando le lettere c-bis) e c-ter) dell'art. 80, comma 5, d. lgs. n. 50/2016, ha sottolineato come l'avvio del procedimento finalizzato all'iscrizione nel casellario informatico dell'ANAC non costituisce automatica causa di esclusione dalla gara necessitando, a tal fine, una specifica valutazione della stazione appaltante, che nella fattispecie non è stata oggetto di alcuna censura.
Cassazione sezione I, Sentenza del 12.12. 2023 n. 34711
Assegno divorzile alla moglie che sceglie di dedicarsi alla famiglia
“Ha diritto all’assegno divorzile la donna che pur in possesso di competenze professionali sceglie di non lavorare e dedicarsi per oltre 20 anni alla famiglia”
Cassazione, sezione I, 02 Agosto 2023, n. 23501
“Nei casi di crisi familiare ai sensi dell’articolo 337-bis c.c., nel regolare il godimento della casa familiare il giudice deve tener conto esclusivamente del primario interesse del figlio minore, con la conseguenza che l’abitazione in cui quest’ultimo ha vissuto quando la famiglia era unita deve essere di regola assegnata al genitore presso cui il minore è collocato con prevalenza, a meno che non venga esplicitata una diversa soluzione (anche concordata dai genitori) che meglio tuteli il menzionato interesse del minore.”
Consiglio di Stato, sezione V, Sentenza del 27 novembre 2023, n. 10153
La modifica dell’offerta in sede di verifica dell’anomalia comporta l’esclusione - Consiglio di Stato, Sez. V, 27 novembre 2023, n. 10153.
Nella sentenza in commento il Consiglio di Stato ha ritenuto che: “una volta acclarata l’effettiva modifica dell’offerta per il tramite dei giustificativi forniti in sede di verifica dell’anomalia, la conseguenza è l’esclusione del concorrente”.
In tale ipotesi, non ha luogo “un vizio del procedimento, dell’istruttoria o della valutazione nella verifica dell’anomalia tale da renderne necessaria la riedizione, quanto piuttosto la diversa situazione della modifica sostanziale apportata dalla concorrente alla proposta formulata in fase di gara: modifica che, lungi dal legittimare una nuova verifica dell’anomalia, determina di per sé la preclusione all’affidamento in favore del concorrente”.
Nel ribadire il principio, il Supremo Collegio ha richiamato la propria costante giurisprudenza, in base alla quale, “il subprocedimento di giustificazione dell’offerta anomala non è volto a consentire aggiustamenti dell’offerta per così dire in itinere ma mira, al contrario, a verificare la serietà di una offerta consapevolmente già formulata ed immutabile” (Cons. Stato, Sez. V, 7 marzo 2019, n. 1565; id., 20 ottobre 2021, n. 7050; III, 9 febbraio 2021, n. 1228; V, 2 aprile 2020, n. 2213).
Corte di Cassazione, Civile, Ordinanza|8 febbraio 2023| n. 3737
La responsabilità civile per i danni causati dai cani randagi grava esclusivamente sull'ente cui le singole leggi regionali, attuative della legge quadro nazionale n. 281 del 1991, attribuiscono il compito di cattura e custodia degli stessi.
Comunicato del Presidente dell' ANAC del 31 gennaio 2024: Nuovo si al cumulo alla rinfusa dei Consorzi stabili ex D. Lgs. n. 36/2023
A seguito dell’entrata in vigore del decreto legislativo n. 36/2023, l’Autorità conferma la possibilità, per i consorzi stabili, di avvalersi dei requisiti maturati dalle singole consorziate, esecutrici e non, secondo il meccanismo del cumulo alla rinfusa, al fine di partecipare alle procedure di affidamento di lavori, servizi e forniture e di conseguire l’attestazione di qualificazione, confermando di fatto il più recente indirizzo giurisprudenziale.
Corte di Cassazione - Sentenza n. 3446
Con specifico riferimento alla fattispecie di cui all'articolo 615-bis c.p., la Suprema Corte con la sentenza numero 3446 emessa dalla quinta sezione penale in data 29 gennaio 2024 ha sancito quanto segue "non integra il reato di interferenze illecite nella vita privata la condotta di colui che installi nell'auto di un soggetto un telefono cellulare, con suoneria disattivata e con impostata la funzione di risposta automatica, in modo da consentire la ripresa sonora di quanto accada nella predetta auto, poiché oggetto della tutela di cui all'art. 615-bis è la riservatezza della persona in rapporto ai luoghi indicati nell'art. 614 c. p. - richiamato dall'art. 615-bis - tra i quali non rientra l'autovettura che si trovi sulla pubblica via".
Remissione e prescrizione
"In tema di rimessione in termini, a seguito di errore fatale della "quarta PEC", con la conseguente decadenza processuale, la verifica della tempestività nella formulazione dell' istanza deve avvenire in un tempo ragionevolmente contenuto" (Cass. 12 gennaio 2024 n. 1348)
"In tema di prescrizione ex art. 2043 c.c., quando tra un comportamento illecito e l'insorgenza del danno vi è un intervallo temporale, la prescrizione del diritto al risarcimento dei danni decorre non dal comportamento dell'atto che ha generato il danno, ma dal verificarsi dello stesso danno, come percepibile dal danneggiato usando l'ordinaria diligenza"
Cassazione 23 settembre 2024 n. 25410
L'appaltatore che agisca in giudizio per il pagamento del corrispettivo pattuito ha l'onere di provare di avere esattamente adempiuto la propria obbligazione, cioè di avere eseguito l'opera conformemente al contratto ed alle regole dell'arte, integrando tale adempimento il fatto costitutivo del diritto di credito oggetto della sua pretesa
Sentenza 22897/2024 del 19 agosto
Con la sentenza 22897/2024 del 19 agosto, la Cassazione ha bocciato la decisione di secondo grado che, confermando la pronuncia del Tribunale, aveva rigettato la domanda proposta contro l'Inail di adeguamento della rendita derivante da un infortunio.
La Corte di legittimità, tuttavia, non ritiene applicabile la medesima regola della stabilizzazione dei postumi nel caso in cui il maggior grado di inabilità di-penda da una «concausa sopravvenuta» originata dalla lesione gene-rata dallo stesso infortunio. Ciò in quanto la concausa sopravvenuta costituisce un evento non prevedibile ed estraneo al naturale evolversi del danno originario, che va considerato tra i postumi derivanti dalla realizzazione del rischio assicurato.
Cassazione 23 luglio 2024 n. 20321
L'obbligazione del committente, in solido con l'appaltatore, nei confronti dei lavoratori, relativamente ai trattamenti retributivi ed ai contributi previdenziali dovuti permane entro il limite di due anni dalla cessazione dell'appalto e la decadenza da tale termine biennale può essere impedita non solo da un'azione giudiziaria ma altresi da un atto scritto, stragiudiziale, inviato al committente con il quale si renda chiara la volontà di richiedere il pagamento dei trattamenti retributivi e contributivi maturati.
Cassazione 16 luglio 2024 n. 19513
In tema di assicurazione obbligatoria della responsabilità civile derivante dalla circolazione dei veicoli a motore, nel giudizio promosso dal terzo
trasportato nei confronti dell'impresa di assicurazione del veicolo a bordo del quale si trovava al momento del sinistro è litisconsorte necessario il proprietario del veicolo, con la conseguenza che, ove quest'ultimo non sia stato citato in giudizio, il contraddittorio deve essere integrato ex art. 102 c.p.c. e la relativa omissione, rilevabile anche d'ufficio in ogni stato e grado del processo, determina l’annullamento della sentenza con rimessione della causa al giudice di primo grado.
Cassazione Sentenza n. 21630/2024 del 1.8.2024
La sentenza della Corte di Cassazione n. 21630 del 2024 ha stabilito che la notifica degli atti tributari deve essere effettuata presso il domicilio fiscale del contribuente, a meno che non sia possibile la notifica a mani proprie. In particolare, la Corte ha chiarito che la notifica deve avvenire presso il domicilio fiscale del contribuente così come risultante all’ultimo aggiornamento dell’anagrafe tributaria, e che eventuali errori o cambi di domicilio non comunicati non possono essere opposti all’amministrazione finanziaria.
In sintesi, questa sentenza rafforza la posizione dell’amministrazione tributaria nella corretta notifica degli atti e pone un onere significativo sui contribuenti affinché mantengano aggiornate le loro informazioni presso l’anagrafe tributaria
Concordato Preventivo Biennale (c.d. CPB)
Il Concordato Preventivo Biennale (c.d. CPB) è un “accordo” con il Fisco che permette, per un biennio, di pagare le tasse non in base agli effettivi guadagni bensì sulla base di quanto preventivato dall’Agenzia delle Entrate, favorendo così l’adempimento spontaneo degli obblighi dichiarativi.
Il testo riguarda le recenti modifiche normative introdotte dal Decreto Legislativo 108/2024, in particolare quelle relative alla disciplina del concordato preventivo biennale e le conseguenze della sua eventuale decadenza. Queste modifiche, pubblicate in Gazzetta Ufficiale il 5 agosto 2024, hanno reso la decadenza dal concordato un evento ancora più penalizzante per i contribuenti.
Punti chiave del cambiamento normativo:
- Nuova previsione sulle imposte e contributi: L’introduzione del comma 3-bis all’articolo 22 stabilisce che, in caso di decadenza dal concordato, rimangono dovute le imposte e i contributi calcolati sul reddito e sul valore della produzione netta concordati, se superiori a quelli effettivamente realizzati. Questo disincentiva i contribuenti dall’utilizzare la decadenza a proprio vantaggio.
- Cause di decadenza invariate: Nonostante l’inasprimento delle conseguenze, le cause che possono portare alla decadenza dal concordato non sono state modificate. Continuano a includere qualsiasi modifica o integrazione della dichiarazione dei redditi che comporti una diversa quantificazione dei redditi o del valore della produzione netta rispetto a quelli in base ai quali è stata accettata la proposta di concordato. Non è stata introdotta alcuna soglia di tolleranza (come ad esempio un limite del 30%) per queste modifiche.
- Dichiarazioni integrative: Esiste il timore che anche le dichiarazioni integrative a favore del contribuente, seppur previste dall’articolo 8, comma 2, possano essere causa di decadenza. Questo è particolarmente problematico in quanto potrebbe significare che potrebbero rilevare anche le dichiarazioni integrative relative agli ultimi tre anni, dato che tali annualità sono considerate nel contesto della proposta concordataria.
- Ravvedimento operoso: Sebbene il ravvedimento operoso sia riconosciuto in alcune circostanze di decadenza, non è rilevante se la decadenza è causata dalla presentazione di una dichiarazione integrativa. Inoltre, è stata eliminata una specifica possibilità di ravvedimento prevista dall’articolo 22, comma 3, del Dlgs 13/2024, il che significa che la decadenza sarà prevista senza possibilità di ravvedimento anche per l’omessa presentazione di alcune dichiarazioni.
- Pagamenti e ravvedimento: La norma non è stata modificata per quanto riguarda la decadenza in caso di mancato pagamento delle somme dovute a seguito delle attività di controllo ai sensi dell’articolo 12, comma 2. Tuttavia, resta possibile evitare la decadenza tramite il ravvedimento operoso.
Implicazioni:
Questi cambiamenti aumentano significativamente il rischio associato all’uso del concordato preventivo biennale. Da un lato, i contribuenti sono disincentivati a sfruttare la decadenza a proprio favore, mentre dall’altro, la rigidità delle cause di decadenza e le limitazioni al ravvedimento rendono l’istituto meno flessibile e più pericoloso in caso di difficoltà finanziarie o errori nella dichiarazione dei redditi.
Corte di cassazione, sez. 1 penale - 15 luglio 2024 n. 28372
IL COLTELLO A SERRAMANICO È DA CONSIDERARSI ARMA IMPROPRIA AI FINI DELIA CONFIGURABILITÀ DEL REATO D'INOSSERVANZA DEGLI OBBLIGHI INERENTI ALLA SORVEGLIANZA SPECIALE, PER VIOLAZIONE DEL DIVIETO DI DETENERE E PORTARE ARMI
Ai fini della configurabilità del reato d'inosservanza degli obblighi inerenti alla sorveglianza speciale, per violazione del divieto di detenere e portare armi, il concetto di arma deve intendersi limitato alle sole armi proprie e non può essere riferito ad un coltello a serramanico, da considerarsi arma impropria.
Consiglio di Stato, sez. V, sentenza 11 luglio 2024, n. 6213
Il Consiglio di Stato enuncia il seguente principio:
In tema di regolarizzazione del rapporto locativo dell’alloggio di edilizia residenziale pubblica, il ricorso contro il diniego della richiesta di regolarizzazione è inammissibile qualora non sia stato notificato alla Commissione alloggi che ha adottato il parere obbligatorio e vincolante posto a base dell’atto di diniego. L'amministrazione intervenuta con un parere obbligatorio e vincolante, nel procedimento che ha portato all'adozione dell'atto impugnato, va considerata amministrazione coemanante, e pertanto anche ad essa devono essere trasmessi tutti gli atti acquisiti nel corso dell’istruttoria.
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